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Libri

Caorle

By Maggio 7, 1995Giugno 15th, 2021No Comments

Biagio Marin prefazione al libro fotografico “Caorle”

Da ragazzo durante l’estate usavo andare coi nostri battelli alla pesca di sardelle. Alla sera si andava a far porto o nella foce del Tagliamento o a Baseleghe o a Santa Margherita, secondo la posizione in cui durante la giornata si era arrivati veleggiando per il calo della sera.

Una volta, non ricordo più per quale ragione, si andò a far porto nelle foci del Tagliamento e poichè la luce era ancora buona accompagnai uno dei pescatori per andar a far la spesa a Caorle.
Così mi capitò di fare la passeggiata lungo la diga che difendeva il lido di Caorle e che era identica a quella di Grado, solo che al suo termine là in levante aveva una chiesetta dedicata a non so quale Madonna.
Per quella diga mi trovai quasi a casa mia. Scesi in paese e andai col mio compagno in alcune botteghe ed ebbi l’occasione di vedere, con mia sorpresa, il campanile rotondo del duomo.
La chiesa m’era parsa pittosto povera e troppo imbarocchita così da perdere la sua originalità. Il paese e per l’aspetto e per l’aria che si respirava somigliava molto al mio.
Per veramente comprendere quella che è stata l’origine e la ragione del sorgere di tutte queste cittadine della Venezia marittima bisogna tener presente che la caduta di Aquileia romana significò un violento processo di emigrazione dall’area aquileiense verso occidente; in questo movimento drammatico, i Veneti cercarono di sottrarsi alla pressione diretta dei Longobardi e il dramma dell’emigrazione non si svolse in pochi mesi ma in anni di affannosa ricerca di nuove basi, di luoghi che sottraessero la nostra gente alle pressioni dirette che venivano dal Friuli e dalla gente del Patriarcato germanico sorto ad Aquileia.
Molte le tappe della nostra emigrazione prima di arrivare a Olivolo, a Rivo Alto e stabilire quasi il luogo dove Venezia potesse sorgere e ingrandire e diventare addirittura uno stato. Nomi ne potremmo fare tanti; e uno che in questo caso ci riguarda è precisamente Caorle.
Naturalmente, appena a Rivo Alto erano state create le premesse per l’avvenire di Venezia, Rivo Alto divenne subito un importante centro di raccolta delle famiglie più importanti tra gli emigrati dell’Aquileiese e anche di altre città minori che avvertivano nello sfacello dell’ordine imperiale il pericolo di invasioni.
Caorle vive e prospera come una delle città prime nel nuovo territorio; e naturalmente la sua vita aveva due fronti: la terraferma con le colture agricole che potevano offrirle e il pane e la polenta, e magari anche il vino, e dall’alta parte c’era il mare che favoriva la pesca. Ma non bisogna dimenticare che prima di questa rottura tra le sponde ponentine dell’Adriatico e quelle istriane, c’era stato uno scambio molto vivo di merci di ogni qualità. E i caorlotti semplicemente continuarono quei contatti che il modo bizzantino aveva reso possibili e facili. Naturalmente, come abbiamo detto, il dramma non sfociò immediatamente nella Venezia ducale e nella sua potenza ma implicò dure lotte e molto dramma. Venezia divenne rapidamente la “dominante” e dovette imporre a tutte le località minori e marittime e di terraferma una dura disciplina che rendesse possibile il formarsi e consolidarsi dello stato.

In questo senso i caorlotti hanno dovuto pagare il proprio tributo non solo di fedeltà ma anche di sacrifici. I tempi mutarono; da Settentrione arrivarono a Venezia stessa gli austriaci dopo l’episodio mortificante napoleonico e ancora col tempo Venezia e il Veneto entrarono a far parte del Regno d’Italia. In tutta questo molto drammatica storia Caorle fu, nei suoi limiti, sempre presente. Ed ecco che ora ai nostri giorni un manipolo di cittadini, si domanda: che cosa è Caorle, chi siamo; e cerca di rispondere con uno strano ma spendido volume di fotografie perchè le immagini sostituiscano l’incertezza della parola.

Biagio Marin
Grado 26 giugno 1891 – Grado 24 dicembre 1985